VIAREGGIO. “In seguito all’incontro di oggi lunedì 10 dicembre tra Faib-Fegica-Figisc ed il sottosegretario De Vincenti presso il ministero dello Sviluppo Economico, per proseguire il confronto sulle problematiche relative agli impianti di carburanti e valutare le eventuali proposte e gli spazi di mediazione, non è emerso nessun segnale di apertura, da parte delle Compagnie Petrolifere, rispetto alle rivendicazioni avanzate dalle Associazioni mentre il Governo non ha fornito le risposte che si attendevano.

Faib-Fegica-Figisc hanno, dunque, confermato lo sciopero di due giorni dalle ore 19 di martedì 11 dicembre alle ore 7 del 14 dicembre per gli impianti della rete ordinaria e dalle 22 dell’11 dicembre alle 22 del 13 dicembre per gli impianti autostradali.

“Un atto che non può più essere rimandato, dopo tutte le promesse fatte e puntualmente disattese. Le compagnie rinnovino gli accordi, e il Governo intervenga subito sulle accise”, commentano in una nota i presidenti di Faib-Confesercenti Gualtiero Vietina e Figisc-Confcommercio Ricchi Avenante. “Per più di un anno abbiamo dato fiducia all’Esecutivo e alle Compagnie. Abbiamo offerto la nostra massima disponibilità, cercando di trovare soluzioni condivise per i gravissimi problemi che affliggono la categoria, schiacciata dal crollo di consumi indotto dall’abuso di accise sui carburanti e dal rifiuto delle grandi Compagnie petrolifere e di distribuzione di rinnovare gli accordi.”

Consumi in caduta verticale, prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici, politiche delle Compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori: sono questi gli elementi di una drammatica crisi strutturale che ha già costretto diverse migliaia di gestori a chiudere le loro imprese ed abbandonare le attività e che si accinge a mietere ulteriori vittime di un sistema che, nel suo complesso, denuncia un indebitamento verso petrolieri e banche di oltre 300 milioni di euro.

La mobilitazione prosegue dal 24 al 30 dicembre con il cosiddetto ‘sciopero delle carte’: in quei giorni i gestori non accetteranno pagamenti con carte di credito e bancomat per protestare contro il sistema bancario che aggira la norma che stabilisce le gratuità delle transazioni per l’acquisto di carburante effettuate con “moneta elettronica”, sia per il consumatore che per il gestore.

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